Pensieri e emozioni: quale relazione e cosa guida le nostre decisioni e azioni?

Quando sentiamo la parola emozione, si può essere portati a pensare in maniera istantanea a sentimenti forti che ciascuno di noi sperimenta nella sua vita; ad esempio l’amore, la felicità o anche la paura e la rabbia.
Ciò di cui non sempre siamo consapevoli è da cosa l’emozione origina. Se mettiamo l’attenzione al significato etimologico della parola emozione, essa deriva dal latino “emovere” ovvero trasportare fuori, scuotere. Pertanto, ogni emozione è generata per farci agire, e influisce sulla nostra capacità decisionale e sul nostro comportamento. Le emozioni sono, pertanto, stimolate dagli eventi (c.d. “trigger”) e rappresentano una risposta del nostro corpo per adattarsi e “sopravvivere”.
E se abbiamo detto che le emozioni sono stimolate dagli eventi, allora qual è la loro relazione con i pensieri? L’emozione è qualcosa che sentiamo a seconda di quello che pensiamo di una specifica situazione, ovvero dell’interpretazione e/o significato soggettivo che diamo a quello specifico evento.
Possiamo dire che quello che accade è che si genera una sorta di “processo”; si verifica una situazione, il nostro cervello la interpreta in maniera soggettiva (in base al vissuto personale, al contesto culturale, ai bias cognitivi, etc) generando dei pensieri, che a loro volta generano l’emozione o più emozioni (una di intensità prevalente e altre, magari, di intensità minore).
Nel tempo tendiamo a ripetere schemi di comportamento appresi (“pattern”), come quello sopra descritto; che il nostro cervello tenderà a “mettere in campo” in maniera automatica ogni qualvolta si verifica un evento che richiama a quello schema di comportamento appreso avente sottostante pensieri ed emozioni.
I nostri cervelli, infatti, sono straordinariamente affascinanti e altrettanto complessi in virtù della quantità infinita di compiti che ogni giorno sono chiamati a svolgere. Pertanto, per conservare efficienza, tendono a immagazzinare una serie di risposte automatiche ai nostri “vissuti”. Non sempre tali automatismi sono funzionali a farci arrivare dove vogliamo e, talvolta, possono “depistarci” al punto da reagire inconsapevolmente senza tenere in considerazione le conseguenze – interne ed esterne – delle nostre azioni; possono, pertanto, allontanarci dal prendere decisioni intenzionali e consapevoli.
“Se mi trovassi nuovamente in una situazione simile quali emozioni, azioni o pensieri vorrei sperimentare?

A quanti di noi sarà capitato di reagire istintivamente e senza avere consapevolezza dei nostri comportamenti, e poi trovarci per giorni a domandarci “ma cosa mi dice la testa, perché ho agito così? perché ho detto quelle cose?” prolungando il nostro stato di “malessere interiore”, o il c.d. “piangere sul latte versato”. O viceversa, a sopprimere l’emozione che stiamo provando.
Esistono allora delle strategie che possono aiutarci a identificare e a rompere tali schemi, al fine di scegliere intenzionalmente come vogliamo sentirci e comportarci? La risposta è SI, rimanendo presenti e introducendo un nuovo modo di guardare noi stessi, ovvero:
- imparando a osservare – come fossimo “spettatori” – quello che accade dentro e fuori di noi, anche a livello di manifestazioni corporee. Cosa accade all’inizio, nel mezzo e nella fase finale di una situazione senza giudicare quello che sta accadendo;
- chiedendoci e annotandoci quali pensieri e quali emozioni quell’evento ha fatto emergere. Impariamo a chiederci “cosa ho pensato o sto pensando?”, “cosa ho provato o sto provando?”, “in quali parti del corpo sento che qualcosa dentro si muove o si sta muovendo?”, “il pensiero che sto avendo o ho avuto rispetto alla situazione è realistico?”, “come mai sto provando questa emozione in questo momento? cosa mi sta comunicando e quale bisogno non sto ascoltando?”
- ripensiamo a come abbiamo agito e quali sono state le conseguenze delle nostre azioni, ovvero “il comportamento che ho agito mi ha portato il risultato che volevo ottenere?”. Se la risposta è no, allora domandiamoci “Se mi trovassi nuovamente in una situazione simile quali emozioni, azioni o pensieri vorrei sperimentare? Che opzioni ho che non ho ancora provato? E cosa mi spingerebbe a “rispondere” diversamente a questa situazione, attuando un cambiamento a un modo automatico di agire?”
Ricordiamoci che noi non siamo i nostri pensieri, coì come non siamo le nostre emozioni. Siamo i piloti della nostra vita, e in ogni momento abbiamo la possibilità di scegliere come vogliamo sentirci e come vogliamo agire rispetto a una specifica situazione. Questo favorirà il nostro benessere fisico e mentale, la costruzione di relazioni profonde e durature e di ridurre le situazioni di stress nel nostro quotidiano.
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