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Autore: Tina Cariglia | 06 Nov 2023 | Tempo di lettura: 8 minuti

Pensieri e emozioni: quale relazione e cosa guida le nostre decisioni e azioni?

Pensieri e emozioni: quale relazione e cosa guida le nostre decisioni e azioni?

Quando sentiamo la parola emozione, si può essere portati a pensare in maniera istantanea a sentimenti forti che ciascuno di noi sperimenta nella sua vita; ad esempio l’amore, la felicità o anche la paura e la rabbia.

Ciò di cui non sempre siamo consapevoli è da cosa l’emozione origina. Se mettiamo l’attenzione al significato etimologico della parola emozione, essa deriva dal latino “emovere” ovvero trasportare fuori, scuotere. Pertanto, ogni emozione è generata per farci agire, e influisce sulla nostra capacità decisionale e sul nostro comportamento. Le emozioni sono, pertanto, stimolate dagli eventi (c.d. “trigger”) e rappresentano una risposta del nostro corpo per adattarsi e “sopravvivere”.

E se abbiamo detto che le emozioni sono stimolate dagli eventi, allora qual è la loro relazione con i pensieri? L’emozione è qualcosa che sentiamo a seconda di quello che pensiamo di una specifica situazione, ovvero dell’interpretazione e/o significato soggettivo che diamo a quello specifico evento.

Possiamo dire che quello che accade è che si genera una sorta di “processo”; si verifica una situazione, il nostro cervello la interpreta in maniera soggettiva (in base al vissuto personale, al contesto culturale, ai bias cognitivi, etc) generando dei pensieri, che a loro volta generano l’emozione o più emozioni (una di intensità prevalente e altre, magari, di intensità minore).

 

Nel tempo tendiamo a ripetere schemi di comportamento appresi (“pattern”), come quello sopra descritto; che il nostro cervello tenderà a “mettere in campo” in maniera automatica ogni qualvolta si verifica un evento che richiama a quello schema di comportamento appreso avente sottostante pensieri ed emozioni.

I nostri cervelli, infatti, sono straordinariamente affascinanti e altrettanto complessi in virtù della quantità infinita di compiti che ogni giorno sono chiamati a svolgere. Pertanto, per conservare efficienza, tendono a immagazzinare una serie di risposte automatiche ai nostri “vissuti”. Non sempre tali automatismi sono funzionali a farci arrivare dove vogliamo e, talvolta, possono “depistarci” al punto da reagire inconsapevolmente senza tenere in considerazione le conseguenze – interne ed esterne – delle nostre azioni; possono, pertanto, allontanarci dal prendere decisioni intenzionali e consapevoli.

“Se mi trovassi nuovamente in una situazione simile quali emozioni, azioni o pensieri vorrei sperimentare?

A quanti di noi sarà capitato di reagire istintivamente e senza avere consapevolezza dei nostri comportamenti, e poi trovarci per giorni a domandarci “ma cosa mi dice la testa, perché ho agito così? perché ho detto quelle cose?” prolungando il nostro stato di “malessere interiore”, o il c.d. “piangere sul latte versato”. O viceversa, a sopprimere l’emozione che stiamo provando.

 

Esistono allora delle strategie che possono aiutarci a identificare e a rompere tali schemi, al fine di scegliere intenzionalmente come vogliamo sentirci e comportarci? La risposta è SI, rimanendo presenti e introducendo un nuovo modo di guardare noi stessi, ovvero:

  • imparando a osservare – come fossimo “spettatori” – quello che accade dentro e fuori di noi, anche a livello di manifestazioni corporee. Cosa accade all’inizio, nel mezzo e nella fase finale di una situazione senza giudicare quello che sta accadendo;
  • chiedendoci e annotandoci quali pensieri e quali emozioni quell’evento ha fatto emergere. Impariamo a chiederci “cosa ho pensato o sto pensando?”, “cosa ho provato o sto provando?”, “in quali parti del corpo sento che qualcosa dentro si muove o si sta muovendo?”, “il pensiero che sto avendo o ho avuto rispetto alla situazione è realistico?”, “come mai sto provando questa emozione in questo momento? cosa mi sta comunicando e quale bisogno non sto ascoltando?”
  • ripensiamo a come abbiamo agito e quali sono state le conseguenze delle nostre azioni, ovvero “il comportamento che ho agito mi ha portato il risultato che volevo ottenere?”. Se la risposta è no, allora domandiamoci “Se mi trovassi nuovamente in una situazione simile quali emozioni, azioni o pensieri vorrei sperimentare? Che opzioni ho che non ho ancora provato? E cosa mi spingerebbe a “rispondere” diversamente a questa situazione, attuando un cambiamento a un modo automatico di agire?”

 

Ricordiamoci che noi non siamo i nostri pensieri, coì come non siamo le nostre emozioni. Siamo i piloti della nostra vita, e in ogni momento abbiamo la possibilità di scegliere come vogliamo sentirci e come vogliamo agire rispetto a una specifica situazione. Questo favorirà il nostro benessere fisico e mentale, la costruzione di relazioni profonde e durature e di ridurre le situazioni di stress nel nostro quotidiano.

 

Autore

Tina Cariglia

Nata a Milano dove ancora oggi vive. Da oltre 24 anni lavora nel mondo Finanziario e Bancario dove ha ricoperto vari ruoli con responsabilità crescente. Nella sua vita è Life e Team Coach nonché Licensed NLP Coach, membro dell’Associazione Professionale Nazionale del Coaching e dell’Associazione Professionale Nazionale dei Programmatori Neurolinguistici. Certificata con Six Seconds EQ Assessor e Brain Profiler con l’obiettivo ultimo di diventare EQ Facilitator, e diffondere l’importanza dell’Intelligenza Emotiva quale fattore di successo non solo per lo sviluppo della Leadership, ma anche per lo sviluppo del potenziale dei singoli affinché possano vivere la vita che davvero desiderano.